Il 10 novembre si è tenuto presso l’ordine dei medici di Latina la seconda giornata relativa al I° Corso RES ECM.
“La valutazione neuroevolutiva nei primi due anni di vita”. Anche in questa occasione ci siamo resi conto che c è un impegno sempre maggiore da parte dei pediatri e neuropsichiatri affinché ci sia un indirizzamento ma sopratutto una maggiore attenzione, verso gli aspetti neuroevolutivi nei primi anni di vita del bambino.
Anche se è una goccia nel mare , stiamo assistendo ad un vero cambiamento: quello delle diagnosi tardive e dei pediatri sordi, sta lasciando il passo ad un maggiore ascolto e coinvolgimento delle famiglie nell'organizzazione della rete di servizi sociosanitari ed educativi, fondamentali per accompagnare il percorso di vita delle persone autistiche e delle loro famiglie. I genitori possono fare la differenza se ascoltati. Il loro istinto dice che qualcosa non va, che qualcosa nel proprio figlio è completamente differente dagli altri bambini o che qualcosa di essenziale in lui è cambiato.
Ringraziamo sentitamente il Dott. Righetti, Presidente dell'Ordine dei Medici di Latina, il Dott. Rachele, Responsabile Nazionale dell’Area Neuropsichiatria Infantile della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp), per averci permesso di essere presenti ma soprattutto parte attiva in quanto genitori anche in questa giornata.

Obiettivi del corso

La prevalenza dei Disturbi del Neurosviluppo è sensibilmente aumentata negli ultimi decenni e sfiora oggi il 15%. È una vera emergenza sanitaria e sociosanitaria che richiede interventi immediati per evitare che da condizioni disfunzionali si passi, senza un intervento mirato, a disabilità più complesse. La maggior parte di questi bambini non vengono facilmente riconosciuti o lo sono con molto ritardo. Vi è un ritardo diagnostico di circa 2 anni per molti di questi disturbi. Un simile ritardo, privando il bambino di tempestivi interventi abilitativi, è causa di insuccessi terapeutici e di trattamenti assistenziali poco incisivi nel modificare favorevolmente l'evoluzione del disturbo stesso.

La difficoltà nella definizione diagnostica delle disabilità neurocognitive, rappresenta una criticità che richiede la promozione di iniziative progettuali per favorire lo sviluppo di “attività cliniche qualificanti”, necessarie per facilitare percorsi diagnostico assistenziali efficaci. Appare chiara la necessità di una profonda revisione dei Bilanci di Salute con l’inserimento di nuovi item e la creazione, all’interno degli stessi, di uno schema di valutazione psicomotoria semplificata capace di rendere la pratica clinica del Pediatra di Famiglia più “sensibile” nell’intercettare, tempestivamente, segnali di allarme e indicatori di rischio. Per i Bilanci di Salute è necessaria una “Revisione Differenziata”, che tenga conto del momento evolutivo del bambino e della specifica sensibilità dei vari Item nel riconoscimento precoce del rischio. (“Item Cronologici”).

Gli obiettivi prioritari di questo progetto formativo sono di seguito, sinteticamente, riportati:

  • Approfondire ed implementare le competenze e gli strumenti per riconoscere i principi correlati alla promozione dello sviluppo psicomotorio, inteso come un processo unitario ove competenze attese dell’area motoria, sensoriale, comportamentale, cognitivo e psicorelazionali sono inscindibilmente legati ed interdipendenti.
  • Promuovere gli strumenti più idonei da utilizzare nella pratica clinica quotidiana per riconoscere ed identificare tempestivamente i segnali di allarme e gli indicatori di rischio.
  • Evidenziare i bisogni e le aspettative del bambino con spettro autistico.

Consentire alle varie istituzioni ed associazioni la possibilità di riferire sulle criticità e sulle iniziative tese a definire, nei vari contesti di vita del bambino, un “virtuoso” percorso diagnostico, terapeutico assistenziale: PDTA.

 

Il raggiungimento di tali obiettivi potrà:

  • Implementare le conoscenze, sia nel Pediatra di Famiglia che negli operatori sanitari coinvolti (Neuropsichiatra Infantile, Psicomotricista, Logopedista, Psicologa), per favorire un percorso diagnostico efficace e programmare un trattamento tempestivo che sia in grado di rispettare i principi correlati ai tempi di massima neuroplasticità.

 

  • Promuovere sempre di più l’attuazione del progetto di inserimento scolastico e sensibilizzare la comunità per limitare pregiudizi sociali e culturali sulle persone con Disabilità.